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Messaggio Da lukino Mer 7 Lug 2010 - 18:54




http://www.uniriot.org/uniriotII/index.php?option=com_content&view=article&id=1772:la-calda-estate-della-sapienza&catid=87:editoriali&Itemid=281

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Messaggio Da lukino Mer 7 Lug 2010 - 18:57

Di alessandro Dal lago (articolo di aprile)

Arrivano giorni oscuri per l'università. Se i ricercatori si asterranno
dalla didattica, verrà a mancare un buon terzo dell'offerta formativa
(il che non è solo un problema quantitativo). Non ci sono i soldi per
contratti sostitutivi, anche se sono pagati una miseria, ed è assai
dubbio che i professori si sobbarchino la didattica fin qui assicurata
dai ricercatori. Ma c'è un altro problema: verranno a mancare i
requisiti minimi di legge per l'esistenza dei corsi di I e II livello.
L'università potrebbe trovarsi, dal prossimo autunno, nella paralisi.

Ma
è la situazione strutturale, di lungo periodo, a essere veramente
preoccupante. La Corte dei conti ha rilevato il fallimento delle lauree
brevi (moltiplicazione dei corsi, stabilità degli abbandoni, inevitabile
declino della qualità, spesa assorbita in modo schiacciante dal
personale). A ciò si aggiunga la scarsa competitività (espressa dal
bassissimo posto dei nostri atenei nelle classifiche internazionali),
l'antica questione dei fuori corso (una specialità tutta italiana) e il
sub-finanziamento della ricerca. Quello 0,8 del Pil speso in formazione
superiore (e quasi tutto a carico del settore pubblico) fotografa
impietosamente la realtà italiana: noi spendiamo percentualmente il 40%
in meno della media europea, il che vuol dire, anche tenendo conto della
spesa per studente, la metà delle risorse impegnate dai paesi più
sviluppati.

Ciò che la Corte non può valutare è il senso di
sfascio e frustrazione che circola tra i docenti; ormai, i parametri
imperanti in qualsiasi atto o iniziativa sono astrattamente
quantitativi: limiti di bilancio, requisiti minimi, punti docente,
restrizioni sull'uso del telefono e delle fotocopie...
E questa
impotenza è sommersa da una coltre di decreti e regolamenti che
pretendono di fissare, in un linguaggio standard, ereditato dal
burocratese europeo tradotto in gergo italico-ministeriale, come
valutare qualsiasi obiettivo culturale, scientifico o formativo. La
verità è semplicemente questa: soldi per la ricerca non ce ne sono; e,
quanto alla didattica, basti sapere che dei mille studenti che esamino
ogni anno, ottocento non li vedrò mai, ombre che si materializzano in
una tesina o in un compito in classe, un rito didattico vacuo che, in
queste condizioni, umilia me e loro.

Rispetto a questa realtà, i
contenuti del Ddl Gelmini non sono nemmeno acqua fresca, ma un sigillo
finale messo a un'agonia iniziata all'epoca di Berlinguer, quando si
sono gettate le basi per trasformare l'università in una specie di Cepu,
con la mitologia vetero-aziendalistica dei debiti e dei crediti; quando
si sono create le premesse per moltiplicare i corsi e le cattedre,
senza intaccare in nulla, e anzi aumentando, il potere dei gruppi
accademici nazionali di controllare il reclutamento. I bizzarri criteri
di composizione delle commissioni di concorso inventati dall'attuale
ministro (estrazione + votazione et similia) non mutano in niente la
pratica secolare della cooptazione guidata.

La riforma della
cosiddetta governance aumenta il potere dei rettori e dei consigli di
amministrazione, facendo del senato accademico un comitato di
consulenza.
Mescola le carte, ingrandendo i dipartimenti e unificando
le facoltà deboli in enti dai contorni vaghi (mentre le facoltà forti,
come ingegneria e medicina, aumentano il loro peso specifico): così, il
potere dei professori-manager si accresce, soprattutto in una fase in
cui le risorse diminuiscono. Quanto ai privati nei consigli di
amministrazione, si spalanca la strada all'ingresso incontrollato e, se i
rettori vorranno, maggioritario di interessi estranei al fine
dell'università, e in cambio di nulla. Marcegaglia docet.

Il Pd
si è finalmente occupato di università. Ma a giudicare dal documento
reso pubblico ieri, non si va al di là di richieste puramente rituali, e
ovviamente inascoltate, come aumentare il finanziamento e portarlo alla
media europea. Per il resto, bisognerebbe che l'attuale opposizione si
interrogasse sul modo in cui ha gestito l'università quando governava. E
quindi sull'idea liberista di università e ricerca che ha contribuito a
imporre al paese.
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Messaggio Da Cinzia Mer 7 Lug 2010 - 19:19

Ma non si può fare proprio niente?
Della situazione della nostra Facoltà si sa qualcosa?
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Messaggio Da lukino Gio 8 Lug 2010 - 10:42

Intervento dele/degli stdentesse/i e precari/e autoconvocat* all'assemblea generale di ateneo di Perugia del 5 luglio.

Il 5 luglio si è svolta presso la facoltà di scienze politiche
dell'università di Perugia un'assmeblea generale d'ateneo indetta da*
ricercator* contro la manovra tremonti. a breve pubblicheremo il
documento finale dell'assemblea. Dall’Agosto 2008 si susseguono
ininterrottamente Disegni di Legge, Decreti Legge e Leggi che tendono
allo smantellamento dell'Università pubblica o, forse sarebbe meglio
dire, dell’Università ad accesso libero e di massa (perché di pubblico
nella gestione dell’attuale università c’è sempre meno, e il pubblico
negli ultimi tempi è sempre più difficile a distinguersi dal privato).
Tali riforme hanno il segno di un processo ben preciso che eccede le
diverse parti politiche per assumere un segno bipartisan: da Ruberti
(PSI, 1990) a Berlinguer (DS) fino alla Moratti (Forza Italia) e alla
Gelmini (PDL).




Tali provvedimenti hanno come motivo dichiarato la situazione di
crisi economica generale e la pessima gestione dell'istituzione
universitaria italiana, ma sparano nel mucchio e colpiscono le fasce più
deboli: i ricercatori sono più colpiti di associati e ordinari, i
ricercatori non confermati sono più colpiti dei ricercatori già
confermati, il personale ATA è colpito più del corpo docente, student* e
precar*, che hanno meno potere di reazione, sono colpiti e basta. E non
è un caso che essi costituiscano le due fasce più numerose tra quelle
che compongono il corpo vivo dell'università.

Già oggi *
student* che frequentano l'università subiscono questa politica dei
tagli e dell'indigenza. Le matricole si iscrivono già preparate all'idea
di veder progressivamente aumentare tasse e balzelli e,
contemporaneamente, veder diminuire le proprie possibilità e i propri
diritti. Ancor più disastrosa è la situazione di coloro che dopo la
laurea decidono (o hanno deciso) di rimanere nell’ambito universitario.
Molt* di loro credono che per fare ricerca basti la passione e non sia
necessario esser sempre pagat* o avere i diritti che hanno gli altri
lavoratori e che è normale che il frutto del loro prodotto venga
sfruttato per lo più da altri (anche esterni) perché così si entra
all’università. Se da una certa prospettiva è positivo svolgere il
lavoro che corrisponde alla propria passione, è anche da considerare
l'eventuale declinazione che questo tipo di lavoro può avere. Sovente
infatti la passione e la disponibilità al proprio lavoro viene
contraccmabiata da bassi pagamenti o mancati pagamenti e, da questa
prospettiva abbiamo lo sfruttamento.

Del resto, negli incontri di
fantomatiche associazioni private, nello specifico dell'associazione
"università per l'umbria", che si permettono diparlare a nome
dell’università, di student* si parla solo in relazione agli argomenti
tasse e tirocini gratuiti nelle aziende. De* precar* non si parla
neanche. Tale doloroso silenzio si registra anche nelle istituzioni
pubbliche, dove si parla di eccellenz, merito, università come ricchezza
eocnomica ma mai come luogo dove vivono delle persone con dei diritti,
dei bisogni, una vita.

A vari livelli noi student*, precar* e
ricercatori ci siamo resi protagonist* negli ultimi due anni di
mobilitazioni che hanno alla loro radice una crisi che è generalizzata.
Per farvi dunque fronte è necessario unire le nostre forze e formulare
nuove proposte e prospettive riguardo l'attacco cui è sottoposto
l'intero comparto della formazione (università, scuola e non solo). Non
ha senso fare rivendicazioni parziali e vertenzialistiche nel mezzo
della catastrofe. Così l'intero comparto della formazione è sotto il
medesimo attacco, e medesima unitaria ha da essere la risposta.

L’Università
sta per bruciare e non ha senso discutere su chi deve essere il primo o
l'ultimo a morire. Sta dunque ad ognun* di noi uscire dall'apatia e dal
lamento, prendere parola e conseguentemente la responsabilità.

Ma
neanche le forme di protesta possono essere parziali. Pena la
creazione immediata di un conflitto all’interno degli stessi mobilitati.
Prendiamo in esame le forme di protesta attuate alla sapienza di Roma:
decisione de* docenti di non tenere la sessione di esami di luglio.
Agli occhi di molti la situazione sarebbe questa: docenti che rischiano
di andare in ferie un mese prima, studenti che rischiano di perdere
borse di studio o di saltare una sessione di laurea.
E' necessario in
questo momento tenere in considerazione, nel proporre e praticare forme
di protesta, la piattaforma della protesta, i modi della protesta e la
sua efficacia.

Riteniamo dunque che le forme e i contenuti della
protesta debbano essere pensati, proposti, discussi e decisi
collettivamente da tutti i soggetti che vivono l'università e che
intendono porre in atto rivendicazioni, dato che non ci saranno
conquiste senza conflitto e non è possibile fare conflitto senza
organizzazione.
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Messaggio Da Andrea D.T. Gio 8 Lug 2010 - 21:37

mi spieghereste in parole povere che succede, che succederà?
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Messaggio Da Sbviso Gio 25 Nov 2010 - 16:55

Ciao a tutti, sto leggendo delle mobilitazioni che continuano da una settimana in tutta Italia... PALERMO è in prima linea ... a PISA hanno occupato la torre... Persino SASSARI e CAGLIARI si sono mobilitate...

Io ho partecipato ad una manifestazione a Genova, verso la fine di ottobre ... Ma non mi sembra che ci siano mobilitazioni in questa città; ne sapete qualcosa ? è mai possibile che Genova non sia tra le prime a ribellarsi?

Grazie e buona giornata!

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Messaggio Da Simo Gio 25 Nov 2010 - 20:34

Devo dire che ci sono parecchie cose che mi amareggiano di questa situazione.

1 sui tg non c'è uno che sia uno (nemmeno fra gli studenti in protesta intervistati) che spiega i contenuti della riforma e in particolare le conseguenze che, secondo lui/lei, ci saranno. Tutti a dire "la riforma è giusta" e gli altri "nooo è sbagliataaaa" ma nessuno che entri nel merito. Va aggiunto che una percentuale davvero minima di chi ne parla sa cosa sta dicendo.

2 sinceramente non vedo in questa riforma, in quanto riforma, nulla di atroce, terribile, mortale, terrificante. Soprattutto per gli studenti. I ricercatori (giustamente) si sono incazzati e hanno già ottenuto le loro buone concessioni. Gli studenti invece? Per cosa protestano di preciso? Per la composizione del Consiglio di Amministrazione? Per le dimensioni dei dipartimenti? Per le funzioni del Senato Accademico?
Dico ma siamo seri?

3 ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
Significa che se mia sorella vorrà fare l'università dovremo chiedere un prestito (e meno che nel frattempo io non abbia trovato un lavoro decente).

E allora ci sono parecchie cose per cui protestare, e anche con molta forza. Ma evitando di farsi strumentalizzare da una parte politica, perchè poi si fa la figura dei coglioni. Evitando di protestare a caso, per il gusto di farlo, e protestando con forza per i motivi giusti.

Della serie "vi sto fottendo il diritto allo studio e voi invece protestate per la composizione del cda... bei coglioni, faccio proprio bene a fottervi".
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Messaggio Da claudia Ven 26 Nov 2010 - 0:26

Grandissimo Simo....condivido in pieno!!!!!!!!!!!!!!

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Messaggio Da DadoFuFuFu Ven 26 Nov 2010 - 16:40

Simo ha scritto:
3 ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
Significa che se mia sorella vorrà fare l'università dovremo chiedere un prestito (e meno che nel frattempo io non abbia trovato un lavoro decente).

E allora ci sono parecchie cose per cui protestare, e anche con molta forza. Ma evitando di farsi strumentalizzare da una parte politica, perchè poi si fa la figura dei coglioni. Evitando di protestare a caso, per il gusto di farlo, e protestando con forza per i motivi giusti.

Della serie "vi sto fottendo il diritto allo studio e voi invece protestate per la composizione del cda... bei coglioni, faccio proprio bene a fottervi".


concordo pienamente...io trovo corretto anche il fatto che a noi del primo anno di stp amoretti abbia spiegato (cercando di essere il più obiettivo possibile) i contenuti che più danneggerebbero noi studenti...e secondo me proprio in qualita di professori anche altri lo avrebbero dovuto fare.... oggi in pausa ci si chiedeva perchè a alla luce delle occupazioni di pisa (torre), roma (colosseo) e torino (mole), che hanno avuto enorme risonanza mediatica, genova non si sia praticamente mossa...l'unica che ho sentito per ora è architettura che progetta l'occupazione...compatibilmente a esigenze, lezioni, esami e quan'altro...noi di sdf non possiamo organizzare qualcosa? anche solo di simbolico...è indecente quello che succedendo...non mi interessa, e penso non interessi a nessuno, gridare massime al megafono e fare casino per la città....ma penso si possa trovare un modo alternativo per manifestare sdegno e preoccupazione...
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Messaggio Da Psychokiller Ven 26 Nov 2010 - 19:05

Sbviso ha scritto:Ciao a tutti, sto leggendo delle mobilitazioni che continuano da una settimana in tutta Italia... PALERMO è in prima linea ... a PISA hanno occupato la torre... Persino SASSARI e CAGLIARI si sono mobilitate...

Io ho partecipato ad una manifestazione a Genova, verso la fine di ottobre ... Ma non mi sembra che ci siano mobilitazioni in questa città; ne sapete qualcosa ? è mai possibile che Genova non sia tra le prime a ribellarsi?

Grazie e buona giornata!

Le prossime mobilitazioni organizzate dall'UDS sono:
lunedì alle 15.00 in Via Balbi
martedì alle 9.00 a caricamento
mercoledì alle 15.00 c'è l'assembrea dell'UDS

Molti non condivideranno la linea o i modi dell'uds (io molto spesso non li condivido), ma penso per una volta possa essere utile tapparsi il naso e, se si condividono le motivazioni della protesta in generale, unirsi ai cortei

Ne va del futuro di tutti
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Messaggio Da Psychokiller Ven 26 Nov 2010 - 19:37

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https://www.facebook.com/event.php?eid=121155844615198


Ultima modifica di Psychokiller il Ven 26 Nov 2010 - 20:57 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Sbviso Ven 26 Nov 2010 - 19:39

Ok, grazie mille ! Oggi ero in Via Balbi per preparare un esame ... E c'è stato un corteo ... Era poca gente ed è durato poco ... Boh, Grazie per aver risposto al mio messaggio, buona serata e buon weekend.

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Messaggio Da Folletta Ven 26 Nov 2010 - 19:59

Io non arriverò mai alla laurea visto che toglieranno buona parte delle borse di studio. Ed è per questo che vorrei che ci facessimo sentire, ma onestamente? Fare manifestazioni, come per esempio a Roma, dove si passa dalla parte del torto per colpa di qualche cogli*** che attacca la polizia a me non sta bene.
Gli anni scorsi ho sempre seguito le manifestazioni e spesso erano organizzate male, o meglio la volontà c'era ma poi si finiva a far figure del cavolo per colpa di qualche elemento che deve far sempre casino. Poi, come diceva simo, sono poche le persone che sanno cosa cambierà con questo ddl..
Comunque me lo sono chiesta pure io perchè non organizziamo qualcosa pure noi, in maniera pacifica e garantendo le lezioni!
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Messaggio Da Psychokiller Ven 26 Nov 2010 - 21:10

Pikkola*Folletta ha scritto:Io non arriverò mai alla laurea visto che toglieranno buona parte delle borse di studio. Ed è per questo che vorrei che ci facessimo sentire, ma onestamente? Fare manifestazioni, come per esempio a Roma, dove si passa dalla parte del torto per colpa di qualche cogli*** che attacca la polizia a me non sta bene.
Gli anni scorsi ho sempre seguito le manifestazioni e spesso erano organizzate male, o meglio la volontà c'era ma poi si finiva a far figure del cavolo per colpa di qualche elemento che deve far sempre casino. Poi, come diceva simo, sono poche le persone che sanno cosa cambierà con questo ddl..
Comunque me lo sono chiesta pure io perchè non organizziamo qualcosa pure noi, in maniera pacifica e garantendo le lezioni!

Vero, ma questa volta si sta muovendo tutta Italia. Non è un fenomeno ristretto a Genova e poche altre città, focolai di rivolta si accendono ovunque in questi giorni. E non coinvolgono solo studenti o liceali, ma ricercatori e precari.
Poi, può darsi che mi sbagli...questo è quello che mi sembra di aver capito da giornali e radio (la tv non la guardo).

Le manifestazioni sono organizzate male a partire dal fatto che siano "autorizzate": se manifesti "a favore di" in modo pacifico, ad esempio "manifestazione per la pace" o "gay pride" o "manifestazione perché ci sentiamo genovesi e amiamo la focaccia e vogliamo che tutti voi lo sappiate" allora è giusto farle in modo autorizzato. Una manifestazione di rivolta dovrebbe essere quasi spontanea: organizzata, coordinata, ma non per forza "autorizzata". Vogliamo dare fastidio o no??

Se le persone non sanno cosa cambierà, vanno informate! Diffondete i video che ha pubblicato Lukino (molto delucidatori, grande), e se ritenete che le manifestazioni siano organizzate male, prendete parte per sistemarle! Mercoledì parteciperò all'assemblea dell'UDS (di cui spesso non condivido il modus agendi) e dirò la mia...fate altrettanto! Bisogna darsi da fare attivamente

Scusate i toni è che mi son fatto prendere la mano ddl Gelmini.... 824201
Organizzare qualcosa di facoltà? Ottima idea. Si potrebbe o salire sul tetto, o organizzare qualche lezione in strada...sono idee trite e ritrite, ma per ora le uniche che mi vengono in mente. Chi ha proposte migliori?
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Messaggio Da Psychokiller Ven 26 Nov 2010 - 21:11

Sbviso ha scritto:Ok, grazie mille ! Oggi ero in Via Balbi per preparare un esame ... E c'è stato un corteo ... Era poca gente ed è durato poco ... Boh, Grazie per aver risposto al mio messaggio, buona serata e buon weekend.

Hanno occupato la stazione di Principe. Ma l'iniziativa era partita ieri sera, nessuno era informato a dovere...
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Messaggio Da Cinzia Sab 27 Nov 2010 - 0:41

Psychokiller ha scritto:
Se le persone non sanno cosa cambierà, vanno informate! Diffondete i video che ha pubblicato Lukino (molto delucidatori, grande), e se ritenete che le manifestazioni siano organizzate male, prendete parte per sistemarle!

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Messaggio Da lukino Sab 27 Nov 2010 - 2:42

Simo ha scritto:

3 ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
Significa che se mia sorella vorrà fare l'università dovremo chiedere un prestito (e meno che nel frattempo io non abbia trovato un lavoro decente).


Come mai questo taglio?
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Messaggio Da Folletta Sab 27 Nov 2010 - 16:01

Psychokiller ha scritto:
Pikkola*Folletta ha scritto:Io non arriverò mai alla laurea visto che toglieranno buona parte delle borse di studio. Ed è per questo che vorrei che ci facessimo sentire, ma onestamente? Fare manifestazioni, come per esempio a Roma, dove si passa dalla parte del torto per colpa di qualche cogli*** che attacca la polizia a me non sta bene.
Gli anni scorsi ho sempre seguito le manifestazioni e spesso erano organizzate male, o meglio la volontà c'era ma poi si finiva a far figure del cavolo per colpa di qualche elemento che deve far sempre casino. Poi, come diceva simo, sono poche le persone che sanno cosa cambierà con questo ddl..
Comunque me lo sono chiesta pure io perchè non organizziamo qualcosa pure noi, in maniera pacifica e garantendo le lezioni!

Vero, ma questa volta si sta muovendo tutta Italia. Non è un fenomeno ristretto a Genova e poche altre città, focolai di rivolta si accendono ovunque in questi giorni. E non coinvolgono solo studenti o liceali, ma ricercatori e precari.
Poi, può darsi che mi sbagli...questo è quello che mi sembra di aver capito da giornali e radio (la tv non la guardo).

Le manifestazioni sono organizzate male a partire dal fatto che siano "autorizzate": se manifesti "a favore di" in modo pacifico, ad esempio "manifestazione per la pace" o "gay pride" o "manifestazione perché ci sentiamo genovesi e amiamo la focaccia e vogliamo che tutti voi lo sappiate" allora è giusto farle in modo autorizzato. Una manifestazione di rivolta dovrebbe essere quasi spontanea: organizzata, coordinata, ma non per forza "autorizzata". Vogliamo dare fastidio o no??

Se le persone non sanno cosa cambierà, vanno informate! Diffondete i video che ha pubblicato Lukino (molto delucidatori, grande), e se ritenete che le manifestazioni siano organizzate male, prendete parte per sistemarle! Mercoledì parteciperò all'assemblea dell'UDS (di cui spesso non condivido il modus agendi) e dirò la mia...fate altrettanto! Bisogna darsi da fare attivamente

Scusate i toni è che mi son fatto prendere la mano ddl Gelmini.... 824201
Organizzare qualcosa di facoltà? Ottima idea. Si potrebbe o salire sul tetto, o organizzare qualche lezione in strada...sono idee trite e ritrite, ma per ora le uniche che mi vengono in mente. Chi ha proposte migliori?
L'informazione c'è, ma troppi prendono le manifestazioni come un modo per non andare a scuola.. [Mi riferisco molto ai liceali, e questa cosa l'ho notata gli anni scorsi]..

Comunque una piccola parentesi di risposta a Simo.. Ieri sera su Rai due c'era un programma, mi sfugge il nome, in cui si parlava appunto di questo ddl e hanno intervistato universitari e ricercatori di Roma!
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Messaggio Da Psychokiller Sab 27 Nov 2010 - 17:33

Altra piccola parentesi: stasera alle 21.30 raduno in piazza De Ferrari con corteo "reclaim the streets", contro crisi e ddl Gelmini. Chi può vada!!! Io lavoro ddl Gelmini.... 283744
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Messaggio Da Cinzia Dom 28 Nov 2010 - 18:16

Questa mattina ho sentito alla radio un breve dibattito sulla riforma.
Tralascio le critiche tra le righe alle manifestazioni ("aggressione alle istituzioni" e cose di questo tipo, tanto per fare un accenno ai condizionamenti...).
Non mi soffermo sui modi in cui certi programmi vengono gestiti, perché spero che ormai ci siamo tutti un po' avvezzi... (la persona intervistata, credo un docente universitario, riportava il parere di uno - dico uno!- studente manifestante, sottolineando il fatto che fosse fuori corso... e lì mi fermo.).

Più interessante invece l'intervento di Brunetta, il quale ha sostenuto la riforma dicendo che è giusta perché nell' Università entrerebbero imprese ed enti privati che finanzierebbero alcuni progetti, rendendo così possibili il collegamento tra studio e lavoro e, così lasciava intendere, gli incentivi per il merito.

Io credo che il connubio pubblico-privato non sia di per sé un male - se gestito in maniera corretta può anche sortire effetti positivi-, a patto, però, che i confini siano chiari e ben delineati e che la radice pubblica, quella dei diritti fondamentali della persona, sia forte.
A quali costi avverrebbe questo connubio? E sulle spalle di chi?
E inoltre: accompagnerebbe o andrebbe a discapito del servizio pubblico?
Perché se mi dicono che il servizio pubblico mette a disposizione, alle stesse condizioni, una serie di specialisti in aggiunta al servizio sanitario di base, benissimo, ma se tutti questi servizi io me li devo pagare e in più quello di base in certi punti lascia a desiderare o aumenta i costi in maniera non sostenibile da tutti, allora non ci siamo....

Il punto è sempre lo stesso: l'obiettivo qual è?
Perché se è quello di "implementare" (parola orrenda), senza ulteriori oneri per gli "utenti" e quindi senza discriminare nessuno, ciò che di base uno Stato che si rispetti dovrebbe garantire ai suoi cittadini, , benissimo, ma se invece è, come mi pare di intendere, far sì che la cultura diventi un privilegio di pochi, allora ben venga il dissenso, e meno male che c'è.
Credo che i ragazzi, giovani e meno giovani, che manifestano, questo l' abbiano capito benissimo.

Sono sincera, ad un certo punto della trasmissione volevo spegnere, poi mi sono detta "Facciamo ancora uno sforzo e continuiamo a sentire l'altra campana".
E va bene.
E infatti la conferma alle mie supposizioni è arrivata da uno degli ultimi interventi di Brunetta su un argomento che con la scuola non c'entra niente: la questione WikiLeaks ( la società che, si dice, a breve pubblicherà alcuni dossier sulla politica estera e gli affari internazionali dei vari Stati).
Ragazzi, ha parlato di illegittimità e ha concluso facendo il paragone tra la pubblicazione dei nostri affari privati e la pubblicazione degli atti di governo di uno Stato. "Pensate un po' se domani...."
In parole povere, i c.....i nostri sullo stesso piano degli accordi tra Berlusconi e Putin!
Le responsabilità di uno Stato, e quindi di un governo e delle persone che ne fanno parte, sono un po' diverse da quelle del singolo cittadino....o no? Wink
E' qui (anche) il marcio: il rendere tutto uguale, il che significa ridurre uno Stato, composto dai suoi cittadini, a niente.
Non hai più alcun diritto di base: vuoi studiare? Vuoi la salute? Vuoi un lavoro fisso? Vuoi metter su famiglia?
Arrangiati.


Al di là delle particolarità e dei dettagli (può darsi pure che in questa rifoma ci sia qualcosa di conservabile, non so, non mi pronuncio), è questo che della riforma, ma anche di altri atti ad essa più o meno collegati, ci deve mettere in allerta: il richiamo insinuante al selvaggio fai da te e il disprezzo per le persone, considerate bacino di voti e poi invitate a raccattare le molliche di pane sotto i tavoli, nella speranza nascosta che si ammazzino tra di loro nel tentativo di afferrarle.
E' questo che va combattuto perché porta allo svilimento della persona e all' adorazione di quello che promette di salvarti, magari adulandoti.
Caspita, sono un cittadino, ho doveri ma anche diritti che lo Stato deve garantire a tutti, non che si finisce a fare la guerra con il vicino per quello che, in quanto essere umano prima e cittadino poi, mi spetta di diritto e che invece vogliono far passare per una concessione e che pian piano, poi, si tramuta in miraggio...ma scherziamo?

Una volta che "tutto ciò che conta" è al sicuro, condiviso da tutti, convalidato, sostenuto e rafforzato dallo Stato (e nei fatti, soprattutto, non solo nelle parole), allora possiamo anche aggiungere altro, ma non mi sembra questa, al momento, la condizione del nostro Paese.

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Messaggio Da Psychokiller Dom 28 Nov 2010 - 22:25

Con l'aiuto di Lukino ho fatto un riassunto degli aspetti salienti della riforma. Domattina lo farò girare in facoltà

I punti controversi del Disegno di Legge Gelmini

Si scatena in questi giorni la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini, che, a detta del Ministro, segnerà un cambiamento “epocale” nel sistema dell'istruzione italiana. Ma molti non sanno ancora di preciso cosa comporterà questo DDL, o quali siano le ragioni delle lotte studentesche. Ecco, in sintesi, i punti più discussi:

Tagli all'istruzione per € 1 miliardo e 400 mila;

Taglio di 85 000 posti di lavoro in tre anni;

Cambiamenti nella composizione e nel ruolo del CdA:
Il Consiglio d'Amministrazione, fino ad oggi, ha avuto potere sulle decisioni in merito a bilancio e questioni burocratiche, come gestione delle tasse universitarie, spese e convenzioni esterne. Non ha avuto poteri sulla didattica, cosa di competenza del Senato Accademico. I due organi, quindi, hanno dialogato sostanzialmente alla pari.
Con la riforma, il Senato potrà solo esprimere pareri, lasciando il grosso del potere al CdA, la cui composizione viene modificata a potenziare il ruolo del rettore e a introdurre la presenza di membri esterni (anche privati).
Vediamo l'esempio dell'Università di Padova:

CdA Padova oggi:
- 1 Rettore e 2 membri a lui vicini
- 11 docenti
- 3 rappresentanti degli studenti
- 2 membri del personale
CdA Padova dopo il DDL:
- 1 Rettore
- 5 membri esterni all'università/privati
- 4 al massimo fra docenti o personale
- 1 rappresentante degli studenti

Cambiamenti nella carriera dei ricercatori, che, dopo vari anni di precariato, non hanno più la possibilità di lavorare con contratti a tempo indeterminato: dopo due rinnovi contrattuali, dovranno vincere un concorso come professori associati, con una bassa disponibilità di posti.

Fate le vostre valutazioni.

La protesta prosegue:
- lunedì 29 novembre 2010, con un presidio in Via Balbi 4.
- martedì 30 novembre, si terrà un corteo a partire da Piazza Caricamento.

Nei vostri salotti, per ora, regna la pace.
___________________________________________________________

Il massimo sarebbe trovare composizione/variazione del CdA di Genova
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Messaggio Da Simo Dom 28 Nov 2010 - 23:10

lukino ha scritto:
Simo ha scritto:
3 ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
Significa che se mia sorella vorrà fare l'università dovremo chiedere un prestito (e meno che nel frattempo io non abbia trovato un lavoro decente).
Come mai questo taglio?
E' un effetto dei tagli agli enti locali. Il governo ha ridotto drasticamente i trasferimenti alle regioni e le regioni (la liguria di sicuro, non ho ancora notizie certe dalle altre) hanno tagliato le voci di loro competenza, che prevalentemente sono sanità e trasporti. Fra le cose che dipendono dalle regioni ci sono le Aziende Regionali per il diritto allo studio (Arssu in Liguria).
Bello eh?
Attualmente il taglio non è ancora definitivo, da domani appena tornato a Genova inizierò ad attivarmi per
1 capire di preciso l'entità di questo taglio
2 partecipare alle manifestazioni (e alla loro organizzazione) con gli universitari borsisti e non che ritengono il diritto allo studio un valore indiscutibile.
Ribadisco che mi sembra moooolto più utile, necessario e urgente protestare contro i "tagli" che contro la riforma in quanto riforma, che francamente non trovo così totalmente malvagia. Tutto il discorso sui privati che entrano nei CdA degli atenei poi è mooolto più fumo che arrosto.
Psychokiller ha scritto:
Il massimo sarebbe trovare composizione/variazione del CdA di Genova
http://www.unige.it/organi/cda.shtml : <-- questa è la composizione attuale del CdA dell'Università di Genova!
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Messaggio Da lukino Dom 28 Nov 2010 - 23:24

Simo ha scritto:
lukino ha scritto:
Simo ha scritto:
3 ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
Significa che se mia sorella vorrà fare l'università dovremo chiedere un prestito (e meno che nel frattempo io non abbia trovato un lavoro decente).
Come mai questo taglio?
E' un effetto dei tagli agli enti locali. Il governo ha ridotto drasticamente i trasferimenti alle regioni e le regioni (la liguria di sicuro, non ho ancora notizie certe dalle altre) hanno tagliato le voci di loro competenza, che prevalentemente sono sanità e trasporti. Fra le cose che dipendono dalle regioni ci sono le Aziende Regionali per il diritto allo studio (Arssu in Liguria).
Bello eh?

Bene. La mia domanda infatti, per così dire, "retorica". Nel senso che tu contrapponevi , mi pare, questo taglio a quelle che ti sembrano esser i motivi ala base dele proteste.
Non c'è - e non sarebbe possibile altrimenti dato che più che di una "riforma", bella o brutta, dell'università, di questo stiam parlando, a partire dall'approvazione della 133 - nessuna delle mobilitzioni in atto che non parta dal presupposto che vede Gelmini agire per conto di Tremonti e dei suoi tagli.
In questo senso ti ho fatto quella domanda.
Quando dici
ci sono BEN ALTRI motivi per cui in questo momento dovremmo incazzarci, e di brutto. AD ESEMPIO all'ARSSU verranno tagliati quasi 2 milioni di euro, significa una mazzata devastante al diritto allo studio.
be': è già così, non ci si sta incazzando per altro, è esattamente per quei motivi che già ora "ci si sta incazzando", come interviste, volantini e quant'altro, in tutti gli atenei dove ci si muove, dimostrano.

Per questo mi stupivo di quel "ben altro" quando è esattamente ciò che sta alla base di tutto ciò di cui stiamo parlando.

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Messaggio Da Simo Dom 28 Nov 2010 - 23:29

Avevo ovviamente capito che la tua domanda era retorica e la mia risposta dovrebbe farti capire che, purtroppo, non è come tu dici: la stragrande maggioranza degli studenti non ha la minima idea dei contenuti della riforma.
E non è contro la riforma che bisogna prendersela, perchè si fa solo la figura dei cretini. A cosa serve criticare la riforma quando i tagli sono da altre parti?
E' come se uno ti frega il portafoglio e ti fa i lavori in casa e tu ti incazzi perchè non ti piace come ha dato il bianco.
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Messaggio Da lukino Dom 28 Nov 2010 - 23:36

Con quel "ben altri" pareva che le mobilitazioni in atto non avessero a che fare con i tagli di Tremonti quando, come dicevo, parton esattamente da quel problema lì.
A livello nazionale la mobilitazione è partita due anni fa, proprio mentre Tremonti scriveva la 133 e si annunciavano i profili del ddl Gelmini.
Che poi ci sia chi non "sappia perchè protesta" è probabilmente vero ed è corretto argomentare e diffondere conoscenza.
Con quel "ben altro" sembra che la mobilitazione in quanto tale non c'entri con i tagli, quando proprio di quelli si parla e da due anni.
Per il resto è fisiologico che la mobilitazione assuma (anche se iniziative ci son state tanto l'anno scorso quanto due anni fa) i controni che assme in vista dell'approvazione del DDL alle camere.
Ma di base, ora come due anni fa, ciò contro cui si protesta sono esattamente i tagli di cui parli tu.
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