Sociologia dei processi culturali - Prof. Dal Lago 2010/2011

Lukino pungente ma... pienamente in ragione

spesso qui noto gente che si adagia un pò troppo

Andrea D.T. ha scritto:Lukino pungente ma... pienamente in ragione

Uh ma non volevo assolutamente essere pungente, al contrario: fare un favore!

Perchè magari un* chiede e aspetta gli/le venga risposto, sempre che qualcuno risponda.
Così invece trova subito la risposta e fa prima!

ma capisco quelli del primo anno.. ma del secondo mi preoccupano :s

ciao a tutti, qualcuno mi sa dire di cosa ha parlato il docente lunedì e ieri a lezione????
ha detto qualcosa di molto importante???

purtroppo non c'ero pure io, mi farebbe piacere se qualcuno riassumesse grazie

maledetta alluvione!! -.-

veramente maledetta bronchite nel mio caso

un pò d'acqua nn mi ferma.. nuotavo fiero sotto il ponte del metrò xd

per tutti gli esperti in processi formativi , del terzo anno che seguono " sociologia della comunicazione " i testi dell'esame sono coincidenti al nuovo programma di sociologia dei processi culturali e quindi:
- A. Dal Lago, Le nostre guerre. Filosofia e sociologia dei conflitti armati, Manifestolibri, Roma 2010

- Numero 2 (disponibile fine settembre 2010) della rivista "Etnografia e ricerca qualitativa", dedicato a "Guerra e antropologia", Il Mulino, Bologna.
esame scritto_ no gomorra!
io ho capito cosi, confermate?

nagia88 ha scritto:per tutti gli esperti in processi formativi , del terzo anno che seguono " sociologia della comunicazione " i testi dell'esame sono coincidenti al nuovo programma di sociologia dei processi culturali e quindi:
- A. Dal Lago, Le nostre guerre. Filosofia e sociologia dei conflitti armati, Manifestolibri, Roma 2010

- Numero 2 (disponibile fine settembre 2010) della rivista "Etnografia e ricerca qualitativa", dedicato a "Guerra e antropologia", Il Mulino, Bologna.
esame scritto_ no gomorra!
io ho capito cosi, confermate?

Non esattamente.
Chi deve dare "comunicazione" può scegliere tra questo programma e quello sulla letteratura (seminario del lunedì).

stella90 ha scritto:di cos'ha parlato??

Ha proseguito sul discorso relativo al rapporto tra guerra e società riprendendo anche concetti della prima lezione.
Qualche chiacchiera sul concetto di "guerra costituente", sulle implicazioni sociali e politiche legate al passaggio dagli eserciti di leva a quelli professionali (in relazione anche al mutamento del ruolo della guerra), a come viene "occultato" -per certi versi - il concetto di guerra nel discorso pubblico.

Linko una recensione del libro oggetto d'esame che, oltre a riprendere alcune cose dette a lezione anche martedì, magari dà una mano a "entrare" nella questione.

http://www.iyezine.com/libri/816-le-nostre-guerre-di-alessandro-dal-lago.htm

Ancora, in una recente intervista, Massimo D'Alema ha rivendicato con orgoglio politico la scelta compiuta dal Governo Italiano da lui presieduto di partecipazione al conflitto nella ex Jugoslavia. Tale conflitto si risolse per l'Italia e le altre forze della NATO coinvolte in novantatré giorni di bombardamento a tappeto della città di Belgrado.

La guerra civile che indignava l'occidente e i suoi filosofi guerrieri si concentrava allora in Bosnia e in Kosovo. Gli ordini però partivano da Belgrado sede del governo Milosevic. Va da sé che la guerra la pagarono i cittadini di Belgrado tra cui un bel numero di profughi serbi del Kosovo, della Bosnia e della Krajna. Il nemico ovviamente è la dove risiedono i suoi sostenitori. Almeno fino a quando i “cittadini liberati” non si faranno fotografare in piazza ad abbattere le statue del dittatore di turno.

Le pagine di Dal Lago sono sconsolate e sconsolanti. Come sua tradizione il sociologo presta molta attenzione alle parole che si usano, disvelandone il lato tragico. Ad esempio la “guerra asimmetrica” traduzione di bombardamenti massicci sulla popolazione civile e rastrellamenti nelle città contro attentati, autobombe e rapimenti. Nel caso della ex Jugoslavia si potrebbe d'altra parte coniare il neologismo della non guerra, in quanto dalle autorità di Belgrado non venne nessuna risposta militare.

La strategia è la tecnica della guerra. Una discussione che può essere astrattamente e cinicamente tecnica ma all'interno della quale si sviluppano concezioni che riguardano il rapporto con se stessi, la propria cultura e la propria ideologia e di rimando il rapporto con i nemici di turno. Guerra asimmetrica quindi come concetto base per rimarcare una superiorità etica e morale nei confronti di un nemico il quale non è necessariamente esterno. Non perché si tratti in assoluto di guerra civile ma perché la globalizzazione dissemina insidie all'interno delle nostre fortezze occidentali. L'undici settembre diviene così la metafora di una strategia terroristica che colpisce il mondo libero perché troppo tollerante. La guerra continua quindi a bassa intensità contro i migranti, guerra culturale ma anche fisica (CPT, espulsioni, sospensione dei diritti) e diventa quindi il collante intrinseco di una politica che le destre occidentali combattono anche all'interno dei recinti elettorali.

La predisposizione alla guerra nasce con la culla della civiltà ateniese. E' un dato culturale che è connesso allo sviluppo del nostro concetto democratico. E questa cultura sembra trascendere dagli aspetti classicamente economici o geopolitici. Il concetto di imperialismo, per altro mai nominato come tale da Dal Lago, non è al centro del discorso, ma saggiamente non è espulso tra le cause della guerra. La cultura della guerra si pone come traino allo sviluppo di una egemonia economica, ne è il senso iniziale, ne rappresenta il compimento. E questo il lato più allarmante dell'analisi di “Le nostre guerre”. Ci dice forse che una rivoluzione politica e economica contro il capitale non ci garantirà uno sviluppo pacifico e rispettoso delle culture e delle diversità. La storia ce lo ha già insegnato. Eppure il concetto non è scontato e neppure consolatorio.

Ciao ragazzi! Siccome nn frequento mi potreste dire se ha già dato la lista x il libro a scelta e se è già uscita in libreria la rivista da studiare? come vi sembra cm materia? Grazie!! Jessica

JessyMi ha scritto:Ciao ragazzi! Siccome nn frequento mi potreste dire se ha già dato la lista x il libro a scelta e se è già uscita in libreria la rivista da studiare?

Dovrebbe esserci da feltrinelli.
Sicuramente già disponibile on line.
La lista dei libri "a scelta" no, ancora non c'è.

grazie lukino per il riassunto

per quanta riguarda i due libri in lista lo trovi nella biblioteca davanti la facoltà

ciao a tutti!! scusate ma io non ci capisco più niente... purtroppo non riesco sempre a seguire le lezioni del prof Dal Lago, ma per chi fa sociologia dei processi culturali di s.p.e. , che lezioni deve seguire??? perchè sapevo che al suo corso sono iscritte un sacco di persone provenienti anche da altre facoltà e quindi doveva "dividerci".......

Ire88 ha scritto:ciao a tutti!! scusate ma io non ci capisco più niente... purtroppo non riesco sempre a seguire le lezioni del prof Dal Lago, ma per chi fa sociologia dei processi culturali di s.p.e. , che lezioni deve seguire??? perchè sapevo che al suo corso sono iscritte un sacco di persone provenienti anche da altre facoltà e quindi doveva "dividerci".......

Lun 16-18, mar 16-18 e gio 14-16.
La divisione comunque non è legata ai numeri ma all'esistenza di un programma per "sociologia della comunicazione" (lun 14-16).

grazie mille lukino!!! gentilissimo

Anche se non è in tema con il topic.... Qual'è il programma di sociologia della comunicazione?? E quali testi si devono portare per l'anno in corso?? Grazie a tutti!!!

Giada09 ha scritto:Anche se non è in tema con il topic.... Qual'è il programma di sociologia della comunicazione?? E quali testi si devono portare per l'anno in corso?? Grazie a tutti!!!

Eroi di carta di Dal lago (ed manifestolibri) e Gomorra di Saviano.
Poi presumo che alcune letture verranno indicate (e lette assieme) durante il seminario.

Ciao! sapete dirmi se il prof ha dato notizie riguardo l'esame scritto di dicembre??? Grazie milleeeeeee

s3387308 ha scritto:Ciao! sapete dirmi se il prof ha dato notizie riguardo l'esame scritto di dicembre??? Grazie milleeeeeee

Nulla di particolare ma non è che ci sarà molto da dire se non la ata (che verrà detta al'ultimo, di solito è poco prima di natale).
La prassi poi è : due domande per chi pota 6 crediti, 3 per chi ne porta 8/9.

lukino ha scritto:

Giada09 ha scritto:Anche se non è in tema con il topic.... Qual'è il programma di sociologia della comunicazione?? E quali testi si devono portare per l'anno in corso?? Grazie a tutti!!!

Eroi di carta di Dal lago (ed manifestolibri) e Gomorra di Saviano.
Poi presumo che alcune letture verranno indicate (e lette assieme) durante il seminario.

Grazie! Sempre prezioso! Purtroppo io e altre non possiamo seguire il seminario perchè abbiamo inglese nelle stesse ore

grazie mille lukino, sempre gentilissimo!

Oggi mi ero armato di buona volontà e stavo per venire a seguire, peccato che mi sia stato detto che il professore è già in America... sapevo già per altre ragioni che ci sarebbe dovuto andare, ma non già adesso!
qualche info da parte di chi segue assiduamente? grazie :(

lukino ha scritto:

nagia88 ha scritto:per tutti gli esperti in processi formativi , del terzo anno che seguono " sociologia della comunicazione " i testi dell'esame sono coincidenti al nuovo programma di sociologia dei processi culturali e quindi:
- A. Dal Lago, Le nostre guerre. Filosofia e sociologia dei conflitti armati, Manifestolibri, Roma 2010

- Numero 2 (disponibile fine settembre 2010) della rivista "Etnografia e ricerca qualitativa", dedicato a "Guerra e antropologia", Il Mulino, Bologna.
esame scritto_ no gomorra!
io ho capito cosi, confermate?

Non esattamente.
Chi deve dare "comunicazione" può scegliere tra questo programma e quello sulla letteratura (seminario del lunedì).

ok grazie lukino , tu quale programma consigli? il prof farà cmq l'esame scritto o facciamo la tesina?grazie

@save ma oggi lezione c'era tranquillamente.

@nagia88
Mah...dpende davero da usti e interessi.
Tesina per specialistiche e magistrali, esame scritto per le triennali.