Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Faccio sempre un pò di fatica per tradurti, ma ho capito il senso generale del tuo messaggio..Andrea D.T. ha scritto:ci penserò fino a non dormire la notte..
raga pensare un pò a se stessi invece degli errori di grammatica degli altri.. ma non esci mai in giro izant?
o studiare per il test o andare a imperia boh ..
La frase in grassetto si addice più al topic "anatemi da sorridere"
E ti rispondo in questo modo: "pensare un pò a se stessi invece dei giri degli altri"
Ospite- Ospite
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
fatti una vita al di là del mio italiano cara
ora vado a studiare cosi riuscirò a mettermi al vostro livello
ora vado a studiare cosi riuscirò a mettermi al vostro livello
Andrea D.T.- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Ragazzi,davvero, PER PIACERE mantenete fuori da ogni topic i vostri problemi personali(intendo liti e antipatie tra voi utenti),di cui a noi francamente non interessa nulla. Siete anche pregati di non replicare a questo mio intervento dicendomi "ha iniziato lei" , "ma no è stato lui", perchè davvero non ci interessa.
Si parla di italiano qui,perciò continuiamo a parlare di quello.
Il resto tenetelo per voi,chiaro?
La pazienza ha un limite.
Si parla di italiano qui,perciò continuiamo a parlare di quello.
Il resto tenetelo per voi,chiaro?
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Simy- Black Mamba
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
simy sono stufo anche io di esser punzecchiato e portato "apposta per i cazziatoni" al rispondere male.. e non parlo di lukino che lui si sa che è molto intellettuale sia dal vivo sia per il forum, sono il primo che vorrebbe che le persone fuori dal forum si comportino diversamente..
detto questo buon italiano a tutti, sono immerso nel trattato di pedagogia che mi sta facendo rivoltare gli occhi
detto questo buon italiano a tutti, sono immerso nel trattato di pedagogia che mi sta facendo rivoltare gli occhi
Andrea D.T.- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Andrea D.T. ha scritto:simy sono stufo anche io di esser punzecchiato e portato "apposta per i cazziatoni" al rispondere male.. e non parlo di lukino che lui si sa che è molto intellettuale sia dal vivo sia per il forum, sono il primo che vorrebbe che le persone fuori dal forum si comportino diversamente..
Bene,ne parlerai direttamente con l'interessata. A noi,ripeto, NON INTERESSA. E chiudo qui il discorso. Chiuso,punto,basta.
E' CHIARO?
Simy- Black Mamba
- Numero di messaggi : 2323
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
NON INTERESSA manco a me chiudo volentieri anche io..
Andrea D.T.- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Comportassero.Andrea D.T. ha scritto:simy sono stufo anche io di esser punzecchiato e portato "apposta per i cazziatoni" al rispondere male.. e non parlo di lukino che lui si sa che è molto intellettuale sia dal vivo sia per il forum, sono il primo che vorrebbe che le persone fuori dal forum si comportino diversamente..
detto questo buon italiano a tutti, sono immerso nel trattato di pedagogia che mi sta facendo rivoltare gli occhi
marcodead- DepecheMOD
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
E comunque ho capito perché gli inglesi sono portatori sani di sense of humor…
Hanno una lingua da deficienti: niente congiuntivi, coniugazioni dei verbi inesistenti, tu e voi senza fare differenze e articoli identici per maschili e femminili. Magari non possono ambire ad avere la lingua del melodramma, ma almeno non se lo zampettano a babbo su chi scrive meglio…
Hanno una lingua da deficienti: niente congiuntivi, coniugazioni dei verbi inesistenti, tu e voi senza fare differenze e articoli identici per maschili e femminili. Magari non possono ambire ad avere la lingua del melodramma, ma almeno non se lo zampettano a babbo su chi scrive meglio…
masaniello- Partecipante
- Numero di messaggi : 26
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
masaniello ha scritto:
Magari non possono ambire ad avere la lingua del melodramma, ma almeno non se lo zampettano a babbo su chi scrive meglio…
Come sempre geniale!
Simy- Black Mamba
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
i love masaniello
Andrea D.T.- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Ragazzi, non c'entra proprio con la sintassi ma non posso non raccontarvelo: ieri sera al lavoro ho detto alla barista che si è tagliata i capelli e sta molto bene (in realtà ero chiaramente ironico, infatti stavo ridendo, perchè ora è davvero rivoltante... peggio del solito!!! ) però lei non ha colto il tono ironico e ha gioito. Dopo averle detto che stavo scherzando e sta malissimo (abbiamo un ottimo rapporto ) le ho detto che è stato bello vederla per qualche istante in un brodo di giuggiole.... e lei mi ha guardato con aria smarrita. PER SUA DISGRAZIA in quel momento è passato il capo, che è un vero bast***o in queste cose , si è accorto che lei non conosceva quest'espressione e.... ha passato la serata a convincerla che il "brodo di giuggiole" è un ingrediente segreto della pasta della pizza, che serve a dare un sapore migliore. Alla fine, mentre cenavamo tutti insieme, l'ha sfottuta tutto il tempo col pizzaiolo chiedendole se preferisce la pizza così o con il brodo di giuggiole... Io ero continuamente colto da attacchi di soffocamento ma tentavo di restare serio per reggergli il gioco., è stato un momento veramente delirante!!!!! (raccontata così però non fa per niente ridere :( masaniello puoi ri-raccontarla tu in modo da rendere il divertimento?? )
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Ahahaah Simo, invece a me ha fatto sorridere, mi ci voleva! Grazie!
Ospite- Ospite
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Divertente, da Repubblica.it:
Italiano, questo sconosciuto.
La maggior parte dei giovani ignora grammatica e sintassi. Anche all'università.
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba?
Piccolo esame di verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una
squadra". Ma anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a
pallacanestro". Nel cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e
ortografia, accenti e apostrofi si confondono in un'unica insalata
nizzarda di parole: "Non so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà anumero chiuso, anno di disgrazia 2009: alcuni degli aspiranti dottoridel terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle
scuole superiori sono semi-analfabeti", ha dichiarato il magnifico
rettore dell'ateneo bolognese, Ivano Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
Italiano, questo sconosciuto.
La maggior parte dei giovani ignora grammatica e sintassi. Anche all'università.
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba?
Piccolo esame di verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una
squadra". Ma anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a
pallacanestro". Nel cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e
ortografia, accenti e apostrofi si confondono in un'unica insalata
nizzarda di parole: "Non so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà anumero chiuso, anno di disgrazia 2009: alcuni degli aspiranti dottoridel terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle
scuole superiori sono semi-analfabeti", ha dichiarato il magnifico
rettore dell'ateneo bolognese, Ivano Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
di italiano per le matricole: grammatica e sintassi, cioè argomenti da
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice.
E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice
Franca Pecchioli, preside di Lettere a Firenze. "Se gli studenti non
sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma glielo possiamo insegnare. Ma
se non sono in grado di seguire la spiegazione di un docente perché
ignorano il significato di certe parole, allora è peggio". Ha un suono
sinistro anche la testimonianza di Elio Franzini, preside di Lettere
alla Statale di Milano: "L'anno scorso, insegnando ai primi anni di
filosofia chiesi chi avesse letto Proust, e alzarono la mano in tre. E
quasi nessuno sapeva chi avesse scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali".
Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero
sistema di educazione per adulti, non siamo più capaci di aggiornarci,
allenando cervello e conoscenza come se fossero muscoli. La faciloneria
portata da Internet, strumento meraviglioso e banale, ricco di
potenzialità ma anche di comode tentazioni, ha ormai diffuso una specie
di cultura del "copia e incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua
spesso piatta e tutta uguale, riprodotta all'infinito.
Molti esami
scritti, all'Università, vengono condotti come i test per la patente,
mettendo crocette su un questionario; e le relazioni degli studenti
procedono con "Powerpoint", un altro strumento che riduce la dialettica
a riassunto di qualche schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio.
Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo ). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice.
E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice
Franca Pecchioli, preside di Lettere a Firenze. "Se gli studenti non
sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma glielo possiamo insegnare. Ma
se non sono in grado di seguire la spiegazione di un docente perché
ignorano il significato di certe parole, allora è peggio". Ha un suono
sinistro anche la testimonianza di Elio Franzini, preside di Lettere
alla Statale di Milano: "L'anno scorso, insegnando ai primi anni di
filosofia chiesi chi avesse letto Proust, e alzarono la mano in tre. E
quasi nessuno sapeva chi avesse scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali".
Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero
sistema di educazione per adulti, non siamo più capaci di aggiornarci,
allenando cervello e conoscenza come se fossero muscoli. La faciloneria
portata da Internet, strumento meraviglioso e banale, ricco di
potenzialità ma anche di comode tentazioni, ha ormai diffuso una specie
di cultura del "copia e incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua
spesso piatta e tutta uguale, riprodotta all'infinito.
Molti esami
scritti, all'Università, vengono condotti come i test per la patente,
mettendo crocette su un questionario; e le relazioni degli studenti
procedono con "Powerpoint", un altro strumento che riduce la dialettica
a riassunto di qualche schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio.
Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo ). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
sono praticamente d'accordo (o anche daccordo ) con tutto!!!
è vero che le prove a quiz utilizzate già dalle scuole superiori (vedo i miei figli a scuola) "aiutano" i ragazzi a perdere l'uso e la dimestichezza con grammatica e sintassi...è vero che queste non si imparano solo ed esclusivamente leggendo...MA studiandole!!
sono sempre più felice di aver fatto il liceo classico in un'epoca in cui la scuola era ancora abbastanza severa e "meno moderna"...
è vero che le prove a quiz utilizzate già dalle scuole superiori (vedo i miei figli a scuola) "aiutano" i ragazzi a perdere l'uso e la dimestichezza con grammatica e sintassi...è vero che queste non si imparano solo ed esclusivamente leggendo...MA studiandole!!
sono sempre più felice di aver fatto il liceo classico in un'epoca in cui la scuola era ancora abbastanza severa e "meno moderna"...
Dany71- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
"ho cambiato materia allo sportello studenti prima che scadeva il piano di studi"
...scadesse....il congiutivo questo sconosciuto...
...scadesse....il congiutivo questo sconosciuto...
Dany71- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
..perchè c'è questa "lotta" per difendere l'italiano?..ho aperto questo thread anche perchè il primo anno di università sono stata presa in giro infinitamente dalle mie coinquiline perchè ho usato due termini: basita e satolla. Ora LORO hanno preso in gio me e non si sono nemmeno sentite ignoranti!Nella penultima puntata del Gf hanno chiesto il significato di arcano, cacofonico e foggia. Il significato della seconda parola l'ho imparato in seconda elementare e tornata a casa continuavo a ripetere "Fa cacofonia!!!".
Il fastidio nasce anche dal fatto che noi stessi, me compresa, perdiamo l'uso della parola e la dimestichezza con il suo significato.La lingua fa decisamente parte della nostra cultura e possiamo dirlo per una volta che la cultura serve o no?
Il fastidio nasce anche dal fatto che noi stessi, me compresa, perdiamo l'uso della parola e la dimestichezza con il suo significato.La lingua fa decisamente parte della nostra cultura e possiamo dirlo per una volta che la cultura serve o no?
Trudy- Kung Fu Panda
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
straquoto...la cultura serve!!!lo dice una che ha fatto il classico e che si è sentita dire mille e mille volte a cosa servono Graco e latino...
E quando la mia risposta era che la cultura nella vita serve sempre indipendentemente dal mestiere che si fa...beh...mi sono spesso sentita ridere letteralmente sulla faccia...
Io invece penso che la cultura mi sia servita in molte occasioni...lavorative, universitarie ecc....oltre che per esprimermi in modo corretto nelle varie occasioni della vita...
E quando la mia risposta era che la cultura nella vita serve sempre indipendentemente dal mestiere che si fa...beh...mi sono spesso sentita ridere letteralmente sulla faccia...
Io invece penso che la cultura mi sia servita in molte occasioni...lavorative, universitarie ecc....oltre che per esprimermi in modo corretto nelle varie occasioni della vita...
Dany71- Utente Celebrità
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Bhe ragazzi parlate parlate ma fra di voi c'è gente veramente ignorante! Prima di criticare forse dovreste guardarvi fra di voi e legggere attentamente i vostri messaggi
Nadia!- Partecipante
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Trudy ha scritto:..
Il fastidio nasce anche dal fatto che noi stessi, me compresa, perdiamo l'uso della parola e la dimestichezza con il suo significato.La lingua fa decisamente parte della nostra cultura e possiamo dirlo per una volta che la cultura serve o no?
MI pare che le persone sappiano mettersi in mezzo, sapendosi anche fare autocritica. Nessuno ha detto di sapere la lingua italiana perfettamente in tutte le sue regole, nessuno di noi deve mettersi sul piedistallo, nemmeno tu Nadia.
La critica viene fatta sulla mentalità comune che l'ignoranza "vince" e paga, non sulle persone. Leggi anche tu attentamente i messaggi.
Trudy- Kung Fu Panda
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Umore : ..umore tetragono..
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Non mi sembra proprio il caso di fare l'arrogante solo perchè sei una moderatrice. E poi non mi riferivo a te ma ad Andrea D.T. che è un vero ignorante analfabeta se proprio vuoi saperlo!
Nadia!- Partecipante
- Numero di messaggi : 22
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Se vuoi puoi insegnarci tutto quello che sai, da come parli sembra tu ritenga di sapere davvero molto, considerami disponibile per ascolare quanto di non-ignorante hai da dire!
Ospite- Ospite
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
A breve saranno presi provvedimenti nei tuoi confronti, dopo aver insultato tutto e tutti, noi compresi. Non siamo arroganti, ma "vigiliamo" sul comportamento e l'atteggiamento altrui che ledono in alcuni casi lo spirito del forum.
Trudy- Kung Fu Panda
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Umore : ..umore tetragono..
Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
oh, bene....ma sta qui da dove è uscita?? bah!
Deborah- Utente Molto Attivo
- Numero di messaggi : 562
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
Parlavo di Nadia! ovviamente...
Deborah- Utente Molto Attivo
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Re: Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana
io ho un problema con le parole con la q o la cq, me ne sono accorta da pochi anni eppure sono molto attenta alla grammatica e alla sintassi Fiorella
beverly50- Quasi un V.I.P.
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