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Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana

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Messaggio Da Ospite Sab 12 Dic 2009 - 1:15

cq se nella parola è inscritto "acqua"

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Messaggio Da beverly50 Sab 12 Dic 2009 - 1:43

conquista concquista ecc. non capisco mai se scrivo giusto, mentre in quelle con acqua acqueruggiola acquedotto non ho problemi Fiore
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Messaggio Da Ospite Sab 12 Dic 2009 - 2:09

CQ (cq)

Cq, cq, cq, cq per fare l’acqua,

Cq, cq, cq, per fare un acquazzone,

Cq, cq, cq, per fare un buon acquisto,

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.



Cq, cq, cq, cq ed ecco un acquitrino,

Cq, cq, cq, e nuoti in un acquario

Cq, cq, cq, là pronto un acquedotto,

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.

Cq, cq, cq, cq per fare l’acqua,

Cq, cq, cq, per fare un acquazzone,

Cq, cq, cq, per fare un buon acquisto,

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.



Cq, cq, cq, cq ed ecco un acquitrino,

Cq, cq, cq, e nuoti in un acquario

Cq, cq, cq, ed ecco un acquedotto,

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.

Cq, cq, cq, Cq, cq, cq.

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Messaggio Da beverly50 Sab 12 Dic 2009 - 2:53

e sonquista va solo con la q? sono queste le parole che mi fanno inceppare quelle che si riferisocno ad acqua non conquista concquistare?
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Messaggio Da Ospite Sab 12 Dic 2009 - 2:55

Solo con la Q. Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 11245

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Messaggio Da Dany71 Mar 15 Dic 2009 - 9:51

che guardino/seguino o meno la moda/tv/giornali/bho, è così.

mmmmmm...congiuntivo "seguano"... Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 824201 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 824201 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 824201 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 824201 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 824201


Ultima modifica di Dany71 il Mar 15 Dic 2009 - 16:21 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ospite Mar 15 Dic 2009 - 16:08

Mannaggia!

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Messaggio Da Dany71 Mar 15 Dic 2009 - 17:19

izant_Haku ha scritto:Mannaggia!

Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029chi di "grammatica" ferisce di "grammatica" perisce!!!!!!! Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029 Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 68029
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Messaggio Da *MaRta* Gio 17 Dic 2009 - 1:30

"ti seccasse farmville!

per
tutti quelli che non reggono più gli amici che gli invitano a
farmville, che gli regalano un albicocco, una pecora, un fico, una
mucca..."

Non so chi l'abbia scritto, è uno dei tanti errori di grammatica che girano su facebook...ed è uno tra quelli che mi danno più fastidio Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 Icon_rolleyes
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Messaggio Da lukino Lun 21 Dic 2009 - 22:39

Ieri su "il manifesto" ho letto questo bel pezzo, che commenta quello che avevo ripreso da Rpubbblica.
Di Marco Mancassola

Nella lunga agonia della cultura borghese di sinistra, uno degli allarmi più frequenti è quello dell’arrivo dei barbari. Le vecchie generazioni lamentano che le nuove non fanno nulla di ciò che piaceva loro: non vanno al cineforum, non comprano dischi, non leggono giornali, non tappezzano di libri le pareti dei loro salotti. Passano il tempo su computer e cellulari e, soprattutto, usano un italiano sempre più povero e sgrammaticato. Proprio alla caduta di competenza linguistica da parte dei giovani italiani sono dedicati ricorrenti articoli: l’ultimo, apparso giorni fa sul sito del quotidiano La Repubblica, citava una ricerca del Centro Europeo dell’Educazione. Secondo la
ricerca, l’otto per cento dei laureati italiani non sarebbe praticamente in grado di scrivere un testo; uno su cinque non saprebbe andare oltre il livello minimo di comprensione linguistica, trovandosi in difficoltà a capire espressioni molto banali.


Nel servizio de La Repubblicasi riportavano le testimonianze di professori universitari a proposito
di studenti sempre più vicini all’analfabetismo. Interpellato, il linguista Tullio De Mauro sosteneva che, oltre alle ovvie colpe del sistema scolastico, “il disprezzo per la lingua italiana risiede anche
in certi romanzi di nuovi autori, pieni di parolacce e di inutili scorciatoie”. Gian Luigi Beccaria se la prendeva con il solito predominio dell’inglese. Lo stesso articolo accennava, inevitabilmente,
alla disperata battaglia per l’uso del congiuntivo.

Gli allarmi di questo tipo, abbastanza ciclici da costituire ormai quasi un genere giornalistico a sé, acuiscono la sensazione di vivere in una crisi che è anzitutto crisi linguistica. Una crisi in effetti
straziante e in atto da tempo. Senza prendersela con gli studenti basterebbe ascoltare tanta nostra politica ovvero tanta televisione: la lingua italiana dopo Silvio Berlusconi resterà una lingua molto povera quanto a logica e dignità delle parole. Come sempre, però, il morbo
berlusconiano-televisivo può essersi limitato a estremizzare un degrado esistente in ogni caso.

Di fronte a questo degrado, le spiegazioni degli esperti suonano parziali e talvolta, si ha l’impressione, di retroguardia. Per restare alle dichiarazioni citate, sarà vero che alcuni romanzi, spesso in testa alle classifiche, sono scritti in un idioma sciatto e di
derivazione televisiva.
È un brutto segno quando gli scrittori lavorano
contro la propria lingua. Bisognerebbe però ricordare l’esistenza di altri scrittori, non pochi, spesso giovani e purtroppo di minore
successo, che non rinunciano affatto a un personale corpo a corpo con la ricchezza della lingua italiana: se i luminari della lingua italiana iniziassero a occuparsi anche di questi, potrebbe nascerne un confronto costruttivo.

Al di là dei singoli articoli, ciò che colpisce quando si parla di queste problematiche è il diffuso tono da apocalisse culturale. Pare che la cultura italiana assista con spirito nobile e indignato a una
calata di barbari.
I quali hanno dimestichezza con nuove inquietanti
armi, quelle della tecnologia comunicativa, e usano un idioma appunto barbaro. Ora, il tracollo culturale in corso sarà vero, ma quando le
vecchie generazioni se la prendono compatte con le nuove c’è sempre da conservare una dose di sospetto. La tendenza generazionale a vedere “dopo di sé il diluvio” rischia infatti di rivelarsi, a volte, venata di qualche narcisismo, nonché di qualche coscienza sporca riguardo all’eredità che si sta lasciando.

Si potrebbe ricordare, ad esempio, che la povertà linguistica degli studenti è speculare al ridicolo elitarismo linguistico di tanti loro docenti. Cosa dire di numerosi baroni delle scienze umane, sociologi, filosofi, letterati, psicologi, del tutto incapaci di esprimersi in un italiano onesto e scorrevole? Da una parte ci sono studenti che non conoscono l’italiano, dall’altra intellettuali convinti di conoscerlo così bene da trascurare ogni minima necessità di comprensione. Non sarà
anche questa una paradossale forma di analfabetismo? Non siamo di fronte a un’incapacità di comunicare? Non si tratta solo, e sarebbe già discutibile, della volontà di mantenere un gergo per iniziati. Si tratta di palese cialtroneria linguistica. Chi scrive non scorderà mai l’esperienza da incubo di lavorare all’editing del testo di un noto docente, che dietro l’uso di un fumoso gergo filosofico rivelava un’esasperante incapacità, o forse disinteresse, a distendere il filo dei suoi discorsi.

In fondo, la lingua somiglia proprio a un filo, spesso fragile, teso tra le persone e all’interno di una cultura. Puntare il dito contro i giovani non serve granché. Sarebbe forse utile ragionare sul fatto che il filo è stato spezzato da molte parti, con molte colpe. I ragazzi sono oggi coloro cui tocca l’incombenza, faticosa e alquanto dolorosa, visto il disastro che hanno ereditato, di riannodare un filo che non sarà, non può più essere, quello delle generazioni precedenti.

In secondo luogo, tutto sommato, si ha l’impressione di poter fare a
meno di certo perbenismo linguistico. Un italiano elegante e terso
rimane il nostro ideale, inutile dirlo: le parole a sproposito, le
frasi fatte, la grammatica goffamente ignorata restano uno strazio. Ma
non sottovalutiamo la potenziale bellezza di un italiano magari rotto,
sincopato, contaminato. La lingua non è un fenomeno vivo che accade?
Non a caso, l’italiano più bello e commovente parlato oggi in Italia
rischia di essere quello degli immigrati, talvolta incerto ma
fantasioso, necessario, vissuto. Una lingua viva, come dimostra
l’inglese, non è mai quella rigida bensì quella plastica, e se anche
questa plasticità sembra diventare impoverimento la soluzione non può
essere un accademico, sterile richiamo all’ordine.

Spesso, come esempi di scrittura luminosa si citano autori quali
Calvino o Pavese. A ben guardare, si trattava di scrittori ben radicati
nell’esperienza italiana ma al tempo stesso cosmopoliti, che non
avevano paura di confrontarsi con l’inglese e di assorbirne, perché no,
il gusto per lo stile trasparente. I nuovi Calvino e i nuovi Pavese, se
ci saranno, potrebbero venire da una simile capacità di cosmopolitismo.
Un cosmopolitismo che oggi non è solo la capacità di confrontarsi con
altre lingue e culture ma anche con i diversi piani dell’esperienza,
con gli intrecci tra conoscenza diretta e virtuale, tra umano e
tecnologico, tra tradizione e nuova apertura. Il filo della lingua è
anche quello che ci lega all’esperienza, e l’esperienza si sfaccetta di
continuo. Se vogliamo che i ragazzi conservino memoria della nostra
polverosa cultura, dobbiamo fare qualcosa di più che suggerire loro
l’uso dei congiuntivi: dobbiamo ragionare sul modo di trasmettere
questa cultura come esperienza vera, viva, capace di accadere ancora,
proprio adesso e proprio qui. E bisogna ovviamente essere in grado di
comprendere e accettare la loro, di esperienza. Se volete che i ragazzi
credano in voi, dovete prima credere in loro.

Interessante pure questo:
http://www.corriere.it/cultura/09_dicembre_18/italiano-minacciato-dibattito-crusca-lincei_5f36ffb6-ebba-11de-b41e-00144f02aabc.shtml
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Messaggio Da Dott.ssa Orny Mar 22 Dic 2009 - 3:27

grazie per il contributo! davvero illuminante.
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Messaggio Da Alexiane Mar 22 Dic 2009 - 12:32

la lingua inglese di qualche secolo fa (tempi di Chaucer) era molto diversa dall'attuale, i verbi si coniugavano come in italiano, per es. la II pers. sing. era: thou, la cui desinenza era -st, esistevano il congiuntivo e altri articoli oltre a the, anche i sostantivi si declinavano, tipo in tedesco o latino, es. ye olde che ora è the old (il vecchio, l'antico), a noi è arrivato solo il genitivo (la s di possesso) es. john's hat (il cappello di john)....la lingua parlata dal popolo ha portato a un'estrema semplificazione dell'idioma, voluta anche dai linguisti i quali vorrebbero semplificare ancora data la grande ignoranza grammaticale del popolo della regina!!!
in altre parole, visto che l'inglese è già molto facile, ma gli inglesi non riescono a parlare correttamente, se non gli oxfordiani, invece di difendere quel che resta vorrebbero tagliare la testa al toro appiattendo ancora di più la grammatica....è questo il futuro dell'italiano nei prossimi secoli???


EDIT: ma perchè han dovuto nominare berlusconi, perchè, perchè, perchè???
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Messaggio Da Otta Mar 22 Dic 2009 - 20:17

NON si scrive/dice "sia...che"... ma "sia...sia"[/quote]
su questo punto insisteva molto anche il mio prof di latino!! Ci faceva correggere i libri con scritto sia..che.. O.o
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Messaggio Da Dany71 Mer 23 Dic 2009 - 10:50

Otta ha scritto:
su questo punto insisteva molto anche il mio prof di latino!! Ci faceva correggere i libri con scritto sia..che.. O.o.

....la mia prof di greco/latino ce lo correggeva sempre "SIA...SIA" non "SIA...CHE"...quanti voti ha tolto nei temi e nelle versioni... Le regole dimenticate della grammatica e della sintassi italiana - Pagina 3 128237
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