Le dieci regole della disinformazione di Chomsky

I dieci comandamenti del potere mediatico.

La prima norma è la “strategia della distrazione”. Dice Chomsky: «Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. E’ anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia».

Seconda norma è quella che potremmo definire “falso problema/risposta demagogica”: «Si crea un problema, una ‘situazione’ prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desidera far accettare. Ad esempio si possono lasciar dilagar la violenza urbana e i disordini sociali, oppure creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici».

Terza norma è la gradualizzazione delle soluzioni politiche, e quindi «Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta».

Quarta norma è quella dello spostamento nel tempo: «Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento».

Quinta norma è il comunicare ai cittadini come fossero bambini. «La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, questa tenderà, con una certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico: come quella di una persona di 12 anni o meno».

La sesta norma è quella che definirei “patemica”. «Sfruttare l’emozione – afferma Chomsky – è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti».

La settima, è la progettazione e gestione di un’ignoranza diffusa. «La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori». E questa norma è legata a doppia mandata con l’ottava. Quella che prevede che il pubblico mediatico si convinca che «è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti. E che questi sono valori positivi e condivisibili».

La norma numero nove è quella del “senso di colpa”, e quindi: «Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è ribaltamento né rivoluzione, non c’è nessuna possibilità di cambiamento in senso democratico»

L’ultima norma, la numero dieci, è quella che possiamo definire del “doppio binario della conoscenza scientifica”. Per Chomsky il vero potere consiste nel conoscere compiutamente i predicati psicobiologici del pubblico (mediante gli assoluti progressi della biologia, della neurobiologia e della psicologia applicata), e poter confidare sul fatto che i cittadini (scientificamente analfabeti) non siano in grado di conoscere sé stessi.

Copiato in parte da un articolo su OPSonline.

Discutibile? Sicuramente pertinente.

Molto interessante, senza dubbio.
Quello che non mi piace molto (in linea di principio) è il mischiare affermazioni scientifiche o pseudo-scientifiche con convincimenti personali, per trarne conseguenze apparentemente inoppugnabili.
Alcuni di questi sono "meccanismi del potere" che è senza dubbio interessante spiegare e discutere, altre sono semplici opinioni. Magari condivisibili, ma opinioni.

Stiamo parlando di...manipolazione mediatica?

Poca strada: wikipedia.
Chi vorra' andare ad approfondire vada.

Giusto per sapere di chi si parla quando ci si riferisce a Chomsky:

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è un linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense. Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.

Simo ha scritto:Molto interessante, senza dubbio.
Quello che non mi piace molto (in linea di principio) è il mischiare affermazioni scientifiche o pseudo-scientifiche con convincimenti personali, per trarne conseguenze apparentemente inoppugnabili.
Alcuni di questi sono "meccanismi del potere" che è senza dubbio interessante spiegare e discutere, altre sono semplici opinioni. Magari condivisibili, ma opinioni.

Be', si tratta di "teorie", credo sia implicito e scontato.

lukino ha scritto:Be', si tratta di "teorie", credo sia implicito e scontato.

Tu dici? Non sono d'accordo.
Visto che si parla di linguistica facciamo caso ai termini.
Io in quell' "articolo" leggo le parole "regole", "comandamenti" e "norma", mentre non leggo da nessuna parte la parola "teoria".
Non leggo da nessuna parte un "io credo che... i miei studi mi portano a pensare che..." e altre cose simili.
Sono sottigliezze? Si certo. Ma sottigliezze che, a mio avviso, ribaltano completamente il significato di un articolo, ciò che l'articolo "lascia" al lettore.
Leggendolo "l'uomo della strada" non trova scritto "salve a tutti, io sono uno studioso di linguistica e mi diletto anche di manipolazione, quindi ho tirato giù quest'elenco di robe che secondo me i potenti fanno per fregarvi tutti. Tra l'altro in mezzo alle cose che vi dico ci ho infilato alcune mie convinzioni ideologiche".
L'uomo della strada trova scritto "io so quello che dico, le cose stanno così, i potenti vi stanno fregando in questo e quest'altro modo e il modello politico che vi propongono in realtà è una truffa colossale".
Se a questo "atteggiamento" aggiungi anche una buona dose di termini scientifici o pseudo-tali diventi un perfetto.... azzeccagarbugli! E, in fondo in fondo, stai anche tu manipolando Renzo.

In quale testo e/o pubblicazone Chomsky ha redatto questo decalogo?

Le persone che non hanno o non cercano sufficienti strumenti per leggere al meglio la realtà o le notizie che ci circondano (sia che arrivino da una parte o dall'altra) non dovrebbero, almeno, abbandonare un minimo di senso critico. Ciò per evitare di essere.... disinformati.

Probabilmente non era chiaro, me ne scuso, ma il senso del post era solo quello di accendere (eventualmente) delle chiavi di lettura, in merito a delle tecniche che possono essere utilizzate dai mass media.(ci sono molti autori che trattano questi argomenti ). Non necessariamente sono quelle riportate da Chomsky tant'è che chiudo il mio intervento con una domanda: Discutibili?
Nessuno di noi ha bisogno di esempi, credo che i fatti dello stato attuale confermano quanto i mass media vengano largamente utilizzati a fini politici o commerciali.....

Chomsky a parer mio, è un personaggio molto complesso ed emblematico. Non mi sembra di averlo classificato come guru o maestro di vita tanto meno un affabulatore che sguazza bellamente nel potere a dispetto della gente di strada....chi vuole conoscerlo meglio è libero di farlo ….come già suggerito.
Mi sorgono in fine(poi chiudo perchè non vorrei proprio causare effetto “vivisezione” o peggio ancora peperonata) molte domande che riguardano la televisione ma anche le relazioni in generale….
Che conseguenze ha sul mio pensiero sentire costantemente sempre la stessa notizia? L'opinionista della tal trasmissione è un vero esperto?
Perchè ad una affermazione spesso si controbatte attaccando sul piano personale etichettando e delegittimando l'interlocutore invece di argomentare? Quante volte capita nel contesto lavorativo? (chi ne sa qualcosa?)
Quanto è importante ragionare senza essere troppo condizionati da pregiudizi o incantati dai sentimenti?
Mi spiego meglio il leader politico, il/la cantante o il/la sociolog* che amo di più dice una cavolata sono pront* a riconoscerla? Forse più spesso accade il contrario? Non riconosco ciò che di buono può dire una persona solo per il fatto che non rappresenta le mie convinzioni o mi sta antipatica? .......

P.S. Lukino non so risponderti precisamente.

acinom ha scritto:

P.S. Lukino non so risponderti precisamente.

Be' non è cosa da poco.
Lo chiedo perchè in realtà è un testo simile a molti scritti "autentici" , da Sweeney ad altri, quindi mi è sorto il dubbio mentre riferimenti bibliografici certi su questo "decalogo", che dopo il germe del dubbio son andato a cercare, non ne ho trovati.

Indago sul sito opsonline da dove ho preso l'articolo.
Ti tengo aggiornato se scopro qualcosa!

acinom ha scritto:Indago sul sito opsonline da dove ho preso l'articolo.
Ti tengo aggiornato se scopro qualcosa!

Suppongo che chi lo ha messo lì lo abbia preso da un blog.
Be'....mi farai sapere!

acinom ha scritto:Le persone che non hanno o non cercano sufficienti strumenti per leggere al meglio la realtà o le notizie che ci circondano (sia che arrivino da una parte o dall'altra) non dovrebbero, almeno, abbandonare un minimo di senso critico. Ciò per evitare di essere.... disinformati.

Eh...però le persone che non hanno o non cercano sufficienti strumenti etc....probabilmente il senso critico lo hanno già abbandonato. Altrimenti avrebbero gli strumenti o li cercherebbero.

Spero di si .


Diciamo che sono per la diffusione del senso critico anche se ...... a volte sbaglio

acinom ha scritto:Diciamo che sono per la diffusione del senso critico anche se ...... a volte sbaglio

Tanto è inutile la gente sogna la ferrari o lo youth per cavalcar i mari.