Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Grazie Bonsy!!! avevo paura che nessuno mi avrebbe mai risposto... cminque anch'io la penso come te bonsy! Il libro blu è quello più bello tra tutti...... poi vabbè.... non entro in merito a psico deviaza xkè quel libro è allucinante... e poi sono o.t.
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Qualcuno ha per caso il riassunto della ferita di medusa.vi prego mi sta facendo uscire di testa quel libro
bonsy77- Utente Molto Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
io no, mi dispiace bonsy!!!!
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
idem, ho scelto altri testi!
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Qualcuno che ha già dato l'esame ha portato, tra i libri a scelta, "L'educazione nell'ombra"??... chiede tanto o in generale? perchè non mi piace molto questo libro
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Silvia, io posso solo dirti che ho chiesto ad Arek che tipo di domande fa sui libri a scelta e mi ha detto che non ha mai fatto domande schiette, ma è stato tutto un discorso generale.. Purtroppo non so altro neanch'io!
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Ah ok.. meglio così.. almeno non lo studio nei particolari...grazie mille pikkola folletta!
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Scusate, ma se chiede Bertolini........ cosa devo dire?? c'è qualcosa all'inizio del manuale e un richiamo sulla prima slide.. poi non ho trovato nient'altro...
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
sinceramente non so, io le slide non le ho ancora fatte!
e non ricordo neanche cosa viene detto nei libro :(
e non ricordo neanche cosa viene detto nei libro :(
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Bertolini se mi ricordo dice che dobbiamo vedere la devianza dal punto di vista di chi l'ha commessa
beverly50- Quasi un V.I.P.
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Sì ho trovato la parte di Bertolini sul testo..beverly50 ha scritto:Bertolini se mi ricordo dice che dobbiamo vedere la devianza dal punto di vista di chi l'ha commessa
Cmq grazie mille cara, sempre disponibile
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Qualcuno ha scelto io non ho paura?
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Bertolini dice che se vogliamo comprendere il perché del comportamento antisociale di un ragazzo non basta arrestarsi ad una diagnosi, né limitarsi ad una definizione, attribuendo così un significato "oggettivo" a quel comportamento: ciò che più conta è comprendere il senso che quel ragazzo dà al suo comportamento in base al valore e al significato che per lui hanno realtà come la sua stessa persona, l'essere del mondo naturale, le sue esperienze vissute (il senso "soggettivo" del suo comportamento).
Bertolini ricerca il senso che per il soggetto assumono le sue condotte
Bertolini ricerca il senso che per il soggetto assumono le sue condotte
beverly50- Quasi un V.I.P.
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Adottare il paradigma fenomenologico significa comprendere come il soggetto nella sua relazione con se stesso, con gli altri e con il mondo attribuisce significato al suo essere nel mondo.
Ogni individuo ha nell'intenzionalità della coscienza l'attribuzione di senso degli oggetti nel mondo.
L'oggetto diventa significativo non solo quando lo conosco ma quando inizio ad attribuirgli significati.
La realtà diviene significativa per il soggetto quando riesce a coglierla ed attribuirgli un significato.
La "realtà" (una delle poche parole prive di significato) assume il significato che ciascun soggetto le presta, é il soggetto che da senso alla realtà.
Ciò che è reale per il soggetto è il mondo per sè (come lui interpreta la realtà).
Ma il mondo per sé non esclude il mondo in sé ed é proprio la permanenza di questo mondo in sé che da un lato non condanna necessariamente a un relativismo etico e conserva un'universo valoriale e non rende il soggetto l'unico responsabile delle sue condotte.
Il soggetto per costruire il suo mondo per sé ha bisogno di un mondo in sé.
Sul mondo in sé l'uomo costruisce la sua intenzionalità.
Ciò che conta almeno dal punto di vista pedagogico è il senso dell'esistente dell'uomo.
Nel mondo in sé c'è il frutto di scambi tra prospettive di relazionarsi con il mondo in maniere differenti.
Una simile prospettiva recupera, come ineludibile elemento esplicativo del comportamento antisociale, il punto di vista del soggetto circa il suo essere nel mondo, il significato che egli attribuisce alla fattualità che lo circonda e ai suoi stessi vissuti, il valore e l'importanza che egli investe o ha investito nella realtà in cui è immerso.
Le coordinate essenziali del paradigma fenomenologico sono:
la centralità del soggetto, della sua coscienza e della sua intenzionalità;
l'interpretazione contestualizzata (non basta l'interpretazione esterna, occorre fare i conti con il contesto);
intenzionalità e progettualità dell'atto educativo (l'educatore deve condurre un'azione assolutamente intenzionale ovvero orientata verso certi traguardi);
destrutturazione e ristrutturazione educativa (significa andare ad analizzare il contesto di vita ed educativo del ragazzo le cui condotte devianti sono spesso espressioni;
intervenire sulle destrutturazioni che il soggetto ha fatto su di sé quindi cercare di aumentare l'autostima;
intervenire sulle condizioni psicosociali, fisiche, educative, materiali della vita del ragazzo e poi ristrutturare ovvero creare altre condizioni);
la dilatazione del campo di esperienza e il linguaggio delle cose concrete; necessità inevitabile della relazione e dell'intersoggettività (l'uomo è sempre inserito in qualche struttura relazionale);
costruzione di una nuova visione di sé e del mondo (non è una visione definitiva ma è caratterizzata da un'apertura al possibile).
Ogni individuo ha nell'intenzionalità della coscienza l'attribuzione di senso degli oggetti nel mondo.
L'oggetto diventa significativo non solo quando lo conosco ma quando inizio ad attribuirgli significati.
La realtà diviene significativa per il soggetto quando riesce a coglierla ed attribuirgli un significato.
La "realtà" (una delle poche parole prive di significato) assume il significato che ciascun soggetto le presta, é il soggetto che da senso alla realtà.
Ciò che è reale per il soggetto è il mondo per sè (come lui interpreta la realtà).
Ma il mondo per sé non esclude il mondo in sé ed é proprio la permanenza di questo mondo in sé che da un lato non condanna necessariamente a un relativismo etico e conserva un'universo valoriale e non rende il soggetto l'unico responsabile delle sue condotte.
Il soggetto per costruire il suo mondo per sé ha bisogno di un mondo in sé.
Sul mondo in sé l'uomo costruisce la sua intenzionalità.
Ciò che conta almeno dal punto di vista pedagogico è il senso dell'esistente dell'uomo.
Nel mondo in sé c'è il frutto di scambi tra prospettive di relazionarsi con il mondo in maniere differenti.
Una simile prospettiva recupera, come ineludibile elemento esplicativo del comportamento antisociale, il punto di vista del soggetto circa il suo essere nel mondo, il significato che egli attribuisce alla fattualità che lo circonda e ai suoi stessi vissuti, il valore e l'importanza che egli investe o ha investito nella realtà in cui è immerso.
Le coordinate essenziali del paradigma fenomenologico sono:
la centralità del soggetto, della sua coscienza e della sua intenzionalità;
l'interpretazione contestualizzata (non basta l'interpretazione esterna, occorre fare i conti con il contesto);
intenzionalità e progettualità dell'atto educativo (l'educatore deve condurre un'azione assolutamente intenzionale ovvero orientata verso certi traguardi);
destrutturazione e ristrutturazione educativa (significa andare ad analizzare il contesto di vita ed educativo del ragazzo le cui condotte devianti sono spesso espressioni;
intervenire sulle destrutturazioni che il soggetto ha fatto su di sé quindi cercare di aumentare l'autostima;
intervenire sulle condizioni psicosociali, fisiche, educative, materiali della vita del ragazzo e poi ristrutturare ovvero creare altre condizioni);
la dilatazione del campo di esperienza e il linguaggio delle cose concrete; necessità inevitabile della relazione e dell'intersoggettività (l'uomo è sempre inserito in qualche struttura relazionale);
costruzione di una nuova visione di sé e del mondo (non è una visione definitiva ma è caratterizzata da un'apertura al possibile).
beverly50- Quasi un V.I.P.
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Grazie Mille Beverly! sempre molto disponibile! =) Ora mi stampo tutto quello che hai scritto
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
No mi dispiace, ho scelto cyberbulling e l'educazione nell'ombra..... ( quest'ultimo è orribile a mio parere )Pikkola*Folletta ha scritto:Qualcuno ha scelto io non ho paura?
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Grazie mille Fio!
Silvia, è quello sul carcere giusto? E' brutto?? Peccato mi sarebbe piaciuto leggerlo!
Silvia, è quello sul carcere giusto? E' brutto?? Peccato mi sarebbe piaciuto leggerlo!
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
follett io ho fatto il riassunto del libro "Io non ho paura"
beverly50- Quasi un V.I.P.
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
L'ho visto Fio e ti ringrazio per essere sempre così gentile!
Volevo un confronto sul testo, mi chiedevo più che altro se fossero importanti le storie! Ma vabbè Grazie ancora di tutto!
Volevo un confronto sul testo, mi chiedevo più che altro se fossero importanti le storie! Ma vabbè Grazie ancora di tutto!
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
< Silvia > ha scritto:qualcuno sarebbe così gentile da spigarmi il contributo di Feuerstein?? ovvero l'esperiennza di apprendimento mediato... grazieee
Per F. è nell'esperienza di apprendimento mediato che si crea e si sperimenta un rapporto speciale educatore/educando. F. prende esempio da Vygotskij e ricnosce la necessitò e la responasabilità della cultura nello sviluppo dei processi psichici e cognitivi. per quest'ultimo infatti i processi cognitivi si formano nel corso delle attività socio.culturali. la cultura influenza la qualità dell'apprendimento. per saper educare è necessario comprendere come lavorano il nostro sentire e il nostro pensare quello della persona con la quale ci stiamo relazionando e quale interdipendenza si crea perchè il nostro intervento sia di successo. Feuerstein sottolinea che solo attraverso il canale delle emozioni e degli affetti è possbile avere una relazione educativa di qualità. poi parli del mediatore (colui che sceglie la modalità della maediazione per interagire). un altro elemento dell'educazione inclusiva è la dimensione di circolarità che facilita l'inserimento in toto nel processo di apprendimento. (educatore-> bambino) TUTTI I SOGGETTI DELLA RELAZIZONE VIVONO L INCLUSIONE NELLA RELAZIONE STESSA, POICHE' SIA IL BAMBINO CHE L EDUCATORE VIVONO DENTRO LA RECIPROCITA' DELLA MEDIAZIONE.
La mancanza di un apprendimento mediato puo' dar vita alla formazione di un pernsiero semplice e a volte stereotipato. utilizzare la madiazione puo' dar vita all individuazione di canali che permettono di sviluppare una relazione fondata sulla fiducia e sull'ottimismo. poi dovresti parlare di INTENZIONALITA' E RECIPROCITA'.
INTENZIONALITA': trasmissione di dati alle nuove genrazioni quindi una continua esperienza conoscitiva
all'interno si trova LA DIVERSITA' CULTURALE E LA DEPRIVAZIONE CULTURALE
ELEMENTO CHIAVE DELL'INCLUSIONE E' LA DIVERSIFICAZIONE DEI PROCESSI che favorisocno un completo e miglior apprendiemtno
Piu' o meno ecco...in effetti è un po' lungo sul libro:-) comunque non è difficile....io invece ODIO PSICO DEVIANZA....giusto per dirlo ogni tanto...mi aiuta a esorcizzare cio' che mi aspetto tra 2 giorni
bonsy77- Utente Molto Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Forza Bonsy non è così tragica psico dev!
Cmunque anche secondo F. non è così complicato, forse sul testo si dilunga troppo e sembra che ci sia chissà che cosa da dire ma il tuo riassuntino è assolutamente perfetto!
Cosa importante anche da sottolineare che il mediatore nonostante si trovi davanti a un gruppo (es. classe) deve riuscire a considerare i bambini come individui con le proprie capacità di apprendimento.
E altra cosa da aggiungere che nell' esperienza di apprendimento mediato (E.A.M.) si possono usare diversi strumenti che sono il PAS (Programma di arricchimento strumentale) che mira a migliorare le capacità di adattamento alle diverse situazioni e il LPAD (programma di valutazione dinamica del potenziale di apprendimento) che appunto valuta il potenziale di apprendimento e si differenzia da altri strumenti di valutazione che invece valutano (scusate il gioco di parole) le competenze già acquisite!
Cmunque anche secondo F. non è così complicato, forse sul testo si dilunga troppo e sembra che ci sia chissà che cosa da dire ma il tuo riassuntino è assolutamente perfetto!
Cosa importante anche da sottolineare che il mediatore nonostante si trovi davanti a un gruppo (es. classe) deve riuscire a considerare i bambini come individui con le proprie capacità di apprendimento.
E altra cosa da aggiungere che nell' esperienza di apprendimento mediato (E.A.M.) si possono usare diversi strumenti che sono il PAS (Programma di arricchimento strumentale) che mira a migliorare le capacità di adattamento alle diverse situazioni e il LPAD (programma di valutazione dinamica del potenziale di apprendimento) che appunto valuta il potenziale di apprendimento e si differenzia da altri strumenti di valutazione che invece valutano (scusate il gioco di parole) le competenze già acquisite!
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Bonsy! ti farò un monumento in Facoltà!!! Sulla terrzza metterò un tuo mezzo busto! XD Grazie mille per il riassunto.. anche a te pikkola folletta per le precisazioni.. XD
sì, in effetti sul libro sembra che ci sia un casino di roba da dire, ma ripete sempre le stesse cose e il tuo riassuntino bonsy è il top!!!
sì, in effetti sul libro sembra che ci sia un casino di roba da dire, ma ripete sempre le stesse cose e il tuo riassuntino bonsy è il top!!!
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Prego!
All'esame è stato chiesto i tipi di bullismo.. ma si intende diretto e indiretto? e quindi fisico, verbale e psicologico?
e un'altra cosa.. se dovessero chiedermi Bertolini, devo praticamente dare la definizione di devianza e, per intenderci, la parte scritta da beverly e basta no?
All'esame è stato chiesto i tipi di bullismo.. ma si intende diretto e indiretto? e quindi fisico, verbale e psicologico?
e un'altra cosa.. se dovessero chiedermi Bertolini, devo praticamente dare la definizione di devianza e, per intenderci, la parte scritta da beverly e basta no?
Folletta- Spongy mod
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
Sì, se mi dovessero chiedere i tipi di bullismo dò la definizione, dico diretto e indiretto e poi se lascia parlare si possono dire molte cose; le 3 caratteristiche (persistenza, intenzionalità e asimmetria di potere), oltre al bullo le varie figure che ci sono nel gruppo come aiutante, spettaotre... e poi magari si ci può collegare anche al cyber-bullismo... se è vero che ti lasciano parlare molto sul bullismo ne abbiamo da dire =)Pikkola*Folletta ha scritto:Prego!
All'esame è stato chiesto i tipi di bullismo.. ma si intende diretto e indiretto? e quindi fisico, verbale e psicologico?
e un'altra cosa.. se dovessero chiedermi Bertolini, devo praticamente dare la definizione di devianza e, per intenderci, la parte scritta da beverly e basta no?
Bertolini la definizione di devianza, come si caratterizano le condotte devianti ( c'è sulle prime slide )
< Silvia >- Utente Attivo
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Re: Pedagogia della devianza - Prof. Resico 2011/2012
sì sì sicuramente c'è molto da dire!!!< Silvia > ha scritto:Sì, se mi dovessero chiedere i tipi di bullismo dò la definizione, dico diretto e indiretto e poi se lascia parlare si possono dire molte cose; le 3 caratteristiche (persistenza, intenzionalità e asimmetria di potere), oltre al bullo le varie figure che ci sono nel gruppo come aiutante, spettaotre... e poi magari si ci può collegare anche al cyber-bullismo... se è vero che ti lasciano parlare molto sul bullismo ne abbiamo da dire =)Pikkola*Folletta ha scritto:Prego!
All'esame è stato chiesto i tipi di bullismo.. ma si intende diretto e indiretto? e quindi fisico, verbale e psicologico?
e un'altra cosa.. se dovessero chiedermi Bertolini, devo praticamente dare la definizione di devianza e, per intenderci, la parte scritta da beverly e basta no?
Bertolini la definizione di devianza, come si caratterizano le condotte devianti ( c'è sulle prime slide )
Cmq grazie mille.. Sto proprio adesso guardando le slides!
Folletta- Spongy mod
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